Si svolge al PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea di Via Palestro a Milano, la mostra dedicata all’artista ARMIN LINKE, solo fino al 6 Gennaio 2017.
La mostra curata da Ilaria Bonaccossa e Philipp Ziegler mette a confronto la fotografia con la riflessione particolarmente profonda del celebre fotografo Linke. L’operazione culturale e creativa dell’autore affronta, attraverso un interessante percorso tra le eleganti sale del PAC, il rapporto con la scienza, la filosofia, la sociologia, l’arte e l’architettura contemporanea.
Si tratta in realtà di un costante dialogo tra noi e gli altri, tra il dentro e il fuori di noi.

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Parco degli uccelli di Jurong, Singapore, 1999
La mostra è indubbiamente concettuale, Armin Linke in questo riesce a differenziarsi, proprio per la straordinaria capacità di analizzare nel profondo le situazioni che ci circondano alimentando una sorta di dialogo tra le arti e i messaggi, contrapponendo situazioni che a volte sono di quotidiana ritualità ma che spesso passano inosservate.
Armin Link riesce a catturare l’attenzione del pubblico, costretto a soffermarsi davanti ad ogni opera, immerso nelle varie sezioni della mostra. Non si può restare indifferenti a queste immagini ma ancor più alle molte riflessioni alle quali il fotografo ci sottopone.
Diloghi e conversazioni molto interessanti che appaiono anche sotto forma di filmato allestito in un’apposita elegante stanza.
La visita alla mostra è un esperienza intellettualeche riesce a mettere in discussione anche gli stessi codici del linguaggio fotografico, sottoponendo il pubblico ad entrare nell’archivio dello stesso fotografo e filmaker, Armin Linke.
All’interno delle sale predisposte per la mostra in oggetto è stato allestito anche un interessante video dedicato al PAC, struttura costruita da Ignazio Gardella, tre livelli illuminati dall’alto da lucernari e da una grande vetrata sul giardino.
di Alberto Moioli
ARMIN LINKE.L’apparenza di ciò che non si vede
16 Ottobre 2016 – 06 Gennaio 2017
La mostra è aperta anche il 24/25/26 Dicembre.
a cura di Ilaria Bonacossa e Philipp Ziegler
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