Non è la prima volta che mi cimento nell’analizzare la nascita di movimenti nuovi, con motivazioni a parer mio interessanti. Il movimento pentastrattista italiano mi aveva colpito e insieme incuriosito perché nel suo intento principale, oltre ad essere in netta ed ovvia contrapposizione con l’espressione figurativa, dichiarava di voler avvicinare i termini “astratto” e “informale“. I due termini indicano momenti e filosofie differenti, per questo motivo mi sono avvicinato con curiosità e forse un po’ di ingiusto pregiudizio. L’abbandono definitivo e drastico della forma come nuova rivoluzione estetica informale dialoga già nella storia con l’espressionismo astratto americano abbandonando sia il figurativo che il rigore matematico che appariva in molte creazioni astratte. Eppure nell’analisi del Manifesto Pentastrattista ho trovato un’approccio che, non solo consente un dialogo e un confronto costruttivo ma, offre anche un’apertura mentale propositiva nel voler spalancare le porte ad un espressione dell’anima, ad una libertà creativa potente nella quale la forza dell’unione, tra artisti, può essere sinonimo di successo basato su una forza maggiore. Dicono bene gli autori del manifesto quando affermano “da soli non si va da nessuna parte”.
Dunque benvenuta questa nuova corrente, luogo in cui dialogare e confrontarsi sulle filosofie estetiche, sulle espressioni artistiche spaziando, come afferma il manifesto, dall’action painting di Pollok fino Continua a leggere “Movimento Pentastrattista Italiano”